Ryder Cup 2022

Il 14 dicembre 2015 l’Italia è stata scelta come nazione ospitante la Ryder Cup 2022. Le motivazioni della commissione sono state esposte da Richard Hills, direttore del Bid Management Team: “La candidatura italiana ci ha impressionato per la sua solidità dal punto di vista infrastrutturale, commerciale e di sostegno del Governo, oltre che del settore privato. I programmi di potenziamento e valorizzazione del percorso di gioco sono letteralmente spettacolari, così come l’impegno allo sviluppo del golf nel Paese a tutti i livelli. Non vediamo l’ora di metterci al lavoro insieme con il team italiano per dare vita all’edizione 2022”.

Si tratta di un evento di portata storica per il panorama golfistico italiano, dato che la competizione è la più importante a livello internazionale.

Ryder Cup 2022: dove e quando

La Ryder Cup consterà di 44 match che si terranno in Italia dal 30 settembre al 2 ottobre 2022; il luogo designato è il Marco Simone Golf and Country Club a Guidonia Montecelio vicino a Roma.

Il format della competizione è il seguente:

Ogni partita vale un punto, e si aggiudica la gara la squadra che raggiunge i 14 ½ punti; al campione in carica ne bastano 14 per mantenere la coppa.

Per rendere l’evento iconico e indimenticabile, il club sta apportando consistenti modifiche e migliorie al percorso. Il circolo della famiglia Biagiotti è in procinto di completare le prime nove buche, mentre la seconda fase dei lavori, riguardante le altre nove buche, sarà completata entro maggio 2020. La Club House e il campo di pratica saranno rinnovati con un vero e proprio cambio di look, così da essere pronti a ospitare il 78° Open d’Italia nell’autunno 2021.

Ryder Cup 2022: gli obiettivi

L’assegnazione della Ryder Cup 2022 prevede che la FIG, Federazione Italiana Golf, si impegni per 12 anni (dal 2016 al 2027) a sviluppare il movimento golfistico coerentemente al raggiungimento di alcuni obiettivi.

Golf4Autism

Anzitutto l’inclusione e la promozione dello sport quale potente mezzo di aggregazione sociale; golf quale attività adatta alle esigenze di tutti e di ciascuno, fine perseguito anche grazie alla nobile iniziativa Golf4Autism. Si tratta di un’esperienza pilota che si rivolge a bambini fra i 6 e i 12 anni con spettro autistico, ed offre loro lezioni gratuite sul campo come aiuto per il benessere fisico, psicologico e sociale.

Golf a Scuola

Un’ulteriore responsabilità assunta dalla FIG è quella di incentivare le nuove generazioni di giocatori. Nasce così Golf a Scuola, rivolto soprattutto a bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado; l’intento è quello di far conoscere la disciplina, stimolarne l’interesse e proporre costi a corsi ridotti.

Golf è Donna

Infine, sport in rosa con Golf è Donna, al fine di aumentare il numero delle giocatrici. Ad oggi sono coinvolti 15 circoli Punto Rosa, nei quali sono messe a punto iniziative specificamente pensate per le golfiste; per esempio, gare a 6 o 9 buche, servizio di intrattenimento per i figli, preparazione atletica e incontri medico-divulgativi.

Storia della Ryder Cup

L’idea fu dello statunitense D. Harnett, un impiegato della rivista Illustrated, il quale scrisse una lettera alla Professional Golfers Association of America dando il suggerimento che una squadra di 12-20 golfisti venisse scelta per giocare nei British Open del 1921. Fino ad allora, infatti, nessun professionista americano aveva vinto l’ambita coppa.

La Ryder Cup nasce però solo nel 1927 e prende il nome dall’uomo d’affari inglese Samuel Ryder che donò il primo trofeo nel 1924. Il primo match ebbe luogo negli USA al Country Club di Worcester. La squadra americana vinse i primi cinque tornei, ma si ebbe poi un fermo a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale.

Ripresa la ricostruzione post-bellica, il team europeo decise di includere anche i giocatori dell’Europa continentale; fino a quel momento, infatti, la rappresentanza del Vecchio Continente era esclusiva di Gran Bretagna e Irlanda. Un po’ per cercare di porre un freno al dominio americano, un po’ per l’emergere di nuovi talenti dalla Spagna, il 1979 è un anno cruciale proprio per l’inclusione di giocatori provenienti da Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Spagna e Svezia.

L’iniziativa non tardò a dare i suoi frutti: dal 1985 si parla di Europa emergente, squadra che si sta aggiudicando l’ambito trofeo con sempre maggior frequenza.

Composizione delle squadre

Per quanto concerne la squadra che rappresenta l’Europa, dall’ultima edizione del 2018 entrano di diritto i primi 4 giocatori con più punti conquistati nella Race to Dubai, più altri 4 giocatori selezionati in base al Ranking mondiale. I rimanenti 4 sono scelti come wild card dal capitano, che ha libertà d’azione indipendentemente dalle classifiche.

Il metodo utilizzato dal team americano è lievemente differente; ferma restando l’opportunità dei 4 “jolly” scelti dal capitano, gli altri 8 sono scelti tramite 4 tornei major che iniziano l’anno precedente alla Ryder Cup, e terminano nel mese di agosto della gara.

Curiosità

Dal 1927, data dalla sua istituzione, i turni europei della Ryder Cup si sono sempre giocati in Gran Bretagna, ad eccezione dell’edizione spagnola del 1997, quella francese del 2018, e adesso quella italiana del 2022.

Fino al 1977 la squadra Europea constava in realtà di soli giocatori della Gran Bretagna e dell’Irlanda; solo a partire dalla Ryder Cup del 1979 sono stati inclusi golfisti dell’Europa continentale.

Gli italiani Francesco Molinari ed Edoardo Molinari sono stati invece i primi fratelli a competere per la squadra europea nella stessa Ryder Cup, grazie alla loro partecipazione contemporanea all’edizione del 2010. Francesco Molinari ha preso parte anche alle edizioni 2012, negli Stati Uniti, e 2018, in Francia, dove è entrato di diritto nella storia del golf: è stato il primo giocatore, infatti, a vincere 5 match su 5.

Il totale delle edizioni vede una netta preponderanza degli Stati Uniti sull’Europa, rispettivamente a 27 e 15 vittorie. Tuttavia, l’Europa ha vinto la grande maggioranza dei match degli ultimi 20 anni, incluso l’ultimo giocato nel 2018, grazie al grandioso team capitanato dal danese Thomas Bjørn.

Durante la Ryder Cup del 1969 face clamore un grande gesto di sportività divenuto oggi leggendario. Sul green della 18, in una situazione di assoluta parità, Jack Nicklaus per gli Stati Uniti e Tony Jacklin per l’Europa si contendono l’ultimo, decisivo punto. Nicklaus, dopo aver imbucato un putt in centro buca, si china a prendere il segnalino dell’avversario e glielo porge dicendo “ero sicuro che avresti imbucato ma non ero risposto a vederti perdere”. La partita finisce in pareggio, e dunque la coppa in mano agli USA già detentori, ma la concessione, come viene ancora chiamato il gesto verso il giovane golfista britannico ha fatto scuola di buone maniere e amore per il gioco.

I giocatori partecipano alla Ryder Cup a titolo gratuito. Non sono infatti previsti compensi, nonostante si tratti di un evento high profile capace di generare valore per milioni di euro/dollari.